
L’America Latina si sta colorando di nuove sfumature progressiste, e l’elezione, nel mese di novembre 2024, di Yamandú Orsi alla Presidenza dell’Uruguay è un pezzo di questa nuova ondata di cambiamento. Con la sua vittoria, il Frente Amplio, la storica coalizione di sinistra, riconquista il governo del Paese dopo una pausa di cinque anni. Un risultato che rafforza il fronte progressista, affiancandosi ai governi di sinistra in Brasile, Colombia, Cile e Messico. Ma ciò che rende questa vittoria particolarmente significativa è il filo rosso che lega Orsi a uno degli uomini più iconici della politica uruguaiana e mondiale: José “Pepe” Mujica.
Yamandú Orsi, nato nel 1967, professore di storia, ha iniziato la sua carriera politica come militante del Movimiento de Participación Popular (MPP), la corrente più forte all’interno del Frente Amplio, fondata dagli ex guerriglieri tupamaros, tra cui lo stesso Mujica.
La sua ascesa è stata graduale ma costante. Nel 2010 è diventato vice-intendente di Canelones, il secondo dipartimento più popoloso dell’Uruguay, per poi essere eletto sindaco nel 2015 e riconfermato nel 2020 con un larghissimo consenso. La sua gestione è stata caratterizzata da un forte impegno per la giustizia sociale, il miglioramento delle infrastrutture e l’attenzione all’ambiente.
Orsi è un uomo della politica di strada, vicino alle persone, capace di parlare sia al cuore della sinistra più ideologica sia a quella parte dell’elettorato moderato che vuole stabilità e concretezza. Questo mix gli ha permesso di emergere come candidato ideale del Frente Amplio per le elezioni del 2024.
Il legame tra Orsi e José Mujica, prima ancora che politico, è umano. Mujica ha visto in Orsi un leader capace di incarnare lo spirito del Frente Amplio e di portarlo avanti in un contesto politico ed economico profondamente cambiato.
Durante la campagna elettorale, Mujica ha appoggiato apertamente Orsi, partecipando ai suoi comizi e spendendo parole di stima e fiducia. Dopo la vittoria, Orsi si è recato nella fattoria di Mujica per un incontro privato, simbolo del passaggio di testimone tra il vecchio leader e il nuovo presidente.
“Orsi sa che la politica è ascolto, mediazione e concretezza. È un uomo di dialogo, e questa sarà la sua forza”, ha dichiarato Mujica in una delle ultime interviste prima del voto.
Il nuovo presidente ha già tracciato le linee guida del suo governo, che ricalcherà in parte l’esperienza del Frente Amplio durante gli anni di Mujica e Tabaré Vázquez, ma con un adattamento ai tempi attuale.
Orsi ha insistito sull’importanza di un dialogo costruttivo tra governo, opposizione e settori produttivi. Il suo obiettivo è evitare polarizzazioni inutili e governare con un metodo inclusivo, cercando sempre il consenso tra le varie anime del Paese.
Come Mujica, vuole rafforzare il ruolo dello Stato nell’economia, sostenendo le piccole e medie imprese, promuovendo politiche di redistribuzione e investendo in programmi sociali per le fasce più deboli della popolazione.
Uno dei punti chiave della sua presidenza sarà la transizione ecologica. L’Uruguay, già avanti nelle energie rinnovabili, punterà a diventare un modello globale di sostenibilità, con politiche che incentivano l’agricoltura sostenibile e la protezione delle risorse idriche.
Da insegnante, Orsi ha sempre considerato la scuola e la cultura come strumenti fondamentali per lo sviluppo del Paese. La sua amministrazione investirà nell’istruzione pubblica, migliorando infrastrutture scolastiche e ampliando i programmi di accesso gratuito all’università.
La sicurezza è uno dei temi su cui la destra ha sempre attaccato la sinistra. Orsi ha promesso una strategia equilibrata, con un rafforzamento delle forze di sicurezza, ma anche un focus sulla prevenzione e sul recupero sociale per contrastare il fenomeno della criminalità giovanile.
L’elezione di Orsi segna un nuovo capitolo per il continente sudamericano. Con il suo ingresso alla Presidenza, il blocco progressista in America Latina si rafforza ulteriormente. Dopo le vittorie di Lula in Brasile, Gabriel Boric in Cile, Gustavo Petro in Colombia e Claudia Sheinbaum in Messico, l’Uruguay si unisce alla lista dei Paesi governati dalla sinistra.
Questa tendenza rappresenta una chiara risposta ai governi di destra che, negli ultimi anni, avevano cercato di dominare la scena politica. Il ritorno della sinistra al potere in molti di questi Paesi suggerisce una nuova stagione di integrazione regionale, cooperazione economica e rafforzamento delle politiche sociali.
Yamandú Orsi ha davanti a sé una sfida complessa. Governare un Paese con una società sempre più esigente, un’economia da rafforzare e un’opposizione che non gli farà sconti. Ma ha dalla sua parte un’esperienza amministrativa solida, una capacità di mediazione rara nella politica di oggi e il sostegno di una figura come José Mujica, che continua a essere una guida morale per molti uruguaiani.
Come Mujica prima di lui, Orsi dovrà dimostrare che la politica può essere fatta con onestà, vicinanza alla gente e concretezza. Il Frente Amplio è tornato al potere, e l’Uruguay progressista ha una nuova speranza.
Il compito di Orsi sarà quello di trasformare questa speranza in realtà.
La presidente
Federica Cannas