
Montevideo – In un mondo in cui la politica spesso si confonde con l’arroganza del potere, José “Pepe” Mujica ha rappresentato per molti la dimostrazione vivente che un altro modo di governare è possibile. Ex presidente dell’Uruguay dal 2010 al 2015, ex guerrigliero tupamaro, agricoltore e filosofo dell’essenziale, Mujica ha incarnato un socialismo dal volto umano, sobrio, onesto, radicale nella sua semplicità.
Durante e dopo il suo mandato, il suo stile di vita ha attirato l’attenzione internazionale: viveva in una piccola fattoria alla periferia di Montevideo, guidava una vecchia Volkswagen Beetle del 1987, e donava circa il 90% del suo stipendio presidenziale in beneficenza. Ma più ancora che per il suo stile di vita, Mujica è diventato simbolo di un’utopia realizzabile, di un socialismo possibile, centrato sull’essere e non sull’avere.
“Chi è povero? Chi ha bisogno di molto.”
Questa frase, tra le più famose, racchiude il cuore della filosofia politica e personale di Mujica. In un’epoca dominata dal consumismo, il leader uruguaiano ha lanciato un messaggio controcorrente: la felicità non risiede nella crescita economica fine a se stessa, ma in un equilibrio tra individuo, comunità e natura.
“Non siamo nati solo per lavorare e consumare.”
Con questo richiamo, Mujica ha denunciato l’alienazione moderna, sostenendo una politica che metta al centro l’essere umano e non il mercato. Sotto la sua presidenza, l’Uruguay è stato uno dei primi paesi a legalizzare la marijuana, a riconoscere i diritti delle coppie omosessuali e a introdurre leggi avanzate in materia di aborto e redistribuzione della ricchezza.
“Io non sono povero. Poveri sono quelli che hanno bisogno di tanto.”
Nelle sue parole riecheggia una critica diretta al capitalismo globale, ma anche una visione spirituale e profondamente etica della politica. Mujica non ha mai cercato il potere per il potere, ma come strumento di trasformazione sociale.
Nel panorama sudamericano segnato da crisi economiche, corruzione e derive autoritarie, Mujica ha rappresentato una rottura, una speranza concreta. Il suo esempio ha ispirato movimenti giovanili, intellettuali e attivisti in tutto il continente, contribuendo a ridefinire l’idea stessa di sinistra.
In un’epoca in cui il socialismo viene spesso dipinto come fallimentare o anacronistico, la figura di Mujica è servita a mostrare che un socialismo etico, democratico, empatico e sostenibile è non solo possibile, ma auspicabile.
“La vita è bella, ma si consuma stupidamente.”
Pepe Mujica non ha mai smesso di ricordare che la politica, senza amore, è solo gestione. E che il cambiamento non passa solo dalle leggi, ma dai cuori e dalle coscienze.
Oggi, anche se lontano dai palazzi del potere, il suo esempio continua a parlare al mondo. Con le sue parole, con la sua coerenza, con la sua vita.
E forse è proprio questo il segreto del suo socialismo: non un’ideologia, ma un modo di stare al mondo.
Raimondo Schiavone